pedalo sul pramollo, barcollo ma non mollo!

il pedale a ravascletto - 19^ edizione week end alpino

Non era semplice trovare una zona con salite inedite per organizzare il 19° week end alpino, ma dopo aver controllato le zone alpine “conquistate” nelle edizioni precedenti, ci si è accorti che mancava una casella da riempire: in Friuli non avevamo mai pedalato con le nostre specialissime!
Così, dopo uno sguardo alla cartina e prendendo spunto dalla gran fondo della Carnia, sono state tracciate le 3 tappe, tutte con un percorso ad anello e con un dislivello complessivo e numero di chilometri di salita, sulla carta, inferiori rispetto all’anno precedente. I passi inseriti nei percorsi non possono essere definiti di altissima montagna, perché il punto più alto, la cima Coppi del week end per intenderci, era situata a 1.790 metri.
La presenza della scalata al Monte Zoncolan nella terza tappa, una salita che è diventata famosa grazie al Giro d’Italia, ha comunque alzato il livello di interesse per questa edizione, tanto è vero che i partecipanti sono stati quasi da record: ben 35, dei quali 26 pedalatori. Tra questi ultimi una citazione particolare la merita l’amico Graeme che da qualche anno pedala insieme a noi durante il week end alpino, per l’immensa dimostrazione di amicizia manifestata nell’occasione. Scozzese di nascita, Graeme oggi vive e lavora a Londra. Per essere con noi a pedalare in Friuli è salito in aereo a Londra con bici e bagaglio al seguito e una volta atterrato a Trieste ci ha raggiunti con l’auto noleggiata appositamente per l’occasione! Sarebbe bello un giorno poter ricambiare ed andare tutti a Londra a pedalare con Graeme!

Per la prima volta abbiamo avuto l’onore di avere al seguito il Presidente, che ha potuto così verificare di persona le gesta dei “suoi” ciclisti. Pure per l’assistente al seguito che guidava il furgone si trattava della prima esperienza. L’abdicazione di Campana ha reso necessario trovare la disponibilità di un’altra persona. Pertanto, grazie al segretario di Capitan Pagani, è stato ingaggiato Calvi Giampietro, meglio conosciuto a Brusaporto come “Cico”, che si è reso disponibile a prestarci la preziosa assistenza.
Un’altra novità che ha reso differente questo week end è il posizionamento della località di partenza/arrivo delle tappe: Ravascletto, una ridente località della Carnia situata a circa 1.000 metri di altitudine. Descritta così non si capisce dove sia la differenza. Per rendersi conto, infatti, occorre guardare i grafici delle tappe e si scopre che per rientrare in hotel è obbligatorio percorrere 6 Km di salita. Una classica ciliegina sulla torta, in questo caso amara, perché la scalata era da affrontare a fine tappa con i muscoli delle gambe pieni di acido lattico.
Nella zona trovare qualcosa di meglio non era facile, Tolmezzo era ideale come base logistica (350 metri di altitudine) ma l’offerta alberghiera non aveva convinto. Sulla carta quindi sapevamo cosa ci aspettava e le tappe, confrontate con l’anno prima, ovvero con Bernina, Forcola di Livigno, Foscagno, Gavia, Mortirolo, nonostante la difficoltà da affrontare nel finale, non creavano comunque motivo di preoccupazione.
I nomi delle salite in programma nel week end friulano inoltre, fatta eccezione per lo Zoncolan, non avevano prodotto lo stesso effetto che si avverte quando pronunci i nomi di passi come Gavia, Rombo, Fedaia, Fauniera, Agnello o Izoard per citarne solo alcuni. Anche lo scollinamento dei passi carnici, situato mediamente tra 1.200 e 1.800 metri di altitudine, non trasmette la stessa emozione e l’aspettativa delle vette alpine i cui passi si trovano ben oltre i 2.000 metri.
L’esperienza però ci fa dire che ogni salita ha la sua storia e la sua particolarità, mentre la affronti presenta le sue difficoltà e possono subentrare imprevisti e variabili propri di quel momento, quali ad esempio la condizione fisica, rendendo così impossibile qualsiasi paragone con altre salite o altre zone alpine affrontate in precedenza. La conferma di ciò è giunta sul posto. Pedalare sulle bellissime strade friulane, infatti, con il fondo perfetto, è stata una piacevole sorpresa. Innanzitutto per l’assenza di traffico e poi per la sensazione di tranquillità che si percepisce in un ambiente che è ritagliato a misura per il ciclista.
Infatti puoi stare in strada a pedalare senza stress, perché in Friuli gli appartenenti alla specie degli automobilisti che non tollerano i ciclisti pare non siano presenti. Nella nostra provincia invece, purtroppo, la specie è diffusa e sappiamo bene quali sono i pericoli che si corrono quando li incontri per strada. Per dare l’idea, mentre pedalavamo in fila indiana lungo una strada piuttosto stretta e con diverse curve, è capitato di avere alcune auto alle spalle per qualche minuto perché non riuscivano a superarci, ma a nessuno di quegli automobilisti è partito l’embolo. Se fossimo stati sulle strade della nostra provincia avrebbero iniziato a strombazzare inviperiti dopo un nanosecondo!

Ma mentre eravamo in questo mondo perfetto per il ciclista, quali sono le salite che abbiamo scalato?

Premesso che qualcuno il giorno di arrivo ha deciso di “fare riscaldamento” scalando il Monte Crostis, nella prima tappa ufficiale sono stati affrontati il Passo di Pramollo, il Monte Croce Carnico ed il rientro a Ravascletto, località che si trova alla sommità di un passo chiamato Sella Valcalda, per un totale di circa 160 Km percorsi.
La giornata è stata condizionata dal caldo infernale che si è fatto sentire nelle strade di fondovalle ed in particolare lungo l’erta che porta al Passo di Pramollo, il quale proprio “mollo” non si è dimostrato. In alcuni tratti si è pedalato con temperature oltre i 38 gradi e per la quasi totalità del percorso sotto il sole cocente. Al termine ne è uscita una tappa molto faticosa ed una giornata pesante, tanto che a qualcuno dei nostri all’arrivo l’embolo è partito per davvero!

Nella seconda tappa sono state scalate 3 salite: Sella Corso, Passo della Mauria e Sella Ciampigotto, oltre allo “strappetto” finale, in questa occasione attaccato dal versante opposto a quello affrontato nella prima tappa.
Dalla friuliana Carnia si è sconfinati in Veneto nel Cadore e, per fortuna, rispetto al giorno precedente la temperatura è stata ancora calda ma con aria più fresca ed inoltre si è pedalato per diversi tratti all’ombra. I primi 65 Km, fino al Passo della Mauria situato esattamente a metà tappa, sono stati tutto sommato piacevoli. I chilometri di salita presenti nella prima parte del percorso sono molti ma senza pendenze difficoltose. La seconda metà della tappa invece è stata più impegnativa. Dopo l’attraversamento di Vigo di Cadore con il sole delle 13 a picco, si è saliti verso Sella Ciampigotto e gli ultimi chilometri che portano al passo sono risultati difficili a causa delle pendenze arcigne. A fine tappa i chilometri percorsi sono stati pari a 130.
Nell’ultima tappa è stato affrontato “il mostro”, ovvero il Monte Zoncolan, alcuni hanno affrontato il versante “più facile” (quello di Sutrio) ed altri invece il versante più tosto che inizia ad Ovaro. La fama che gode la salita dello Zoncolan parla da sé, del resto basta guardare il grafico delle pendenze per rendersi conto della fatica che bisogna fare per conquistare la vetta e domare “il mostro”.

In conclusione, ciclisticamente, è risultato essere uno dei week end più faticosi, reso complicato dal caldo intenso e dai lunghi tratti di strada in fondovalle, completamente esposti al sole, percorsi prima di attaccare le salite.
La regione friulana offre la possibilità di scalare altre vette inedite, la terremo in considerazione per il prossimo futuro perché la zona merita di essere visitata di nuovo, ma non sarà sicuramente il prossimo anno.

Nel 2016 ricorre il ventennale del week end e il programma è già stato abbozzato. Per celebrare il ventesimo si tornerà alle origini, ovvero da dove si è partiti nel Giugno del 1997. Pozza di Fassa sarà la base logistica, mentre il giro dei 4 passi, conosciuto come Sella Ronda, l’Alpe di Pampeago, il Costalunga, il Rifugio Gardeccia costituiscono le salite presenti nel menu.

Le prenotazioni per l’edizione del ventennale sono aperte, le Dolomiti ci aspettano!


Luglio 2015 - Stefano Testa